Coli è un piccolo centro montano, situato in una vallata molto tranquilla; sorge a 639 metri dal livello del mare, tra la valle del fiume Curiasca e il monte Sant’ Agostino.
Nei pressi del paese passa la Via degli Abati, antica via di pellegrinaggio longobarda, antesignana della Via Francigena, che dall’Oltrepò pavese scendeva a Bobbio e risaliva verso Coli fino a Pontremoli e Lucca.
Già abitato dai Liguri nel I secolo d.C., il territorio passa sotto la dominazione romana e poi longobarda. Con la fondazione del monastero di Bobbio da parte di San Colombano, Coli diviene una fiorente cella monastica, ossia un abitato rurale direttamente soggetto al controllo del monastero.
Nei pressi dell’abitato odierno si trova la celebre spelonca di San Michele: un’ anfratto roccioso dove, secondo la tradizione, San Colombano era solito ritirarsi in preghiera. Dopo la morte del monaco, divenne meta di pellegrinaggio e vennero edificate nelle sue vicinanze due piccole chiese, di cui oggi rimangono solo alcuni resti.
A partire dal XIII secolo, finito il predominio monasteriale, Coli fu sotto la dominazione della famiglia ghibellina dei Grassi che fece costruire il castello detto dei Magrini, le cui rovine crollarono nel 1964 nel sottostante torrente. Un altro Castello fu fatto costruire a Faraneto, piccolo centro sulla riva destra del Curiasca, dove i Grassi si trasferirono nel 1441, dopo aver ceduto il fortilizio di Coli alla famiglia Nicelli.
Dal XVI secolo il territorio passò al Ducato di Parma e Piacenza e vi rimase, con l’eccezione della parentesi napoleonica, sino al 1860.