Bobbio e Coli, centri montani dell’appennino piacentino, sono stati per secoli crocevia di importanti vie di comunicazione come la Via del Sale e la Via degli Abati, un cammino utilizzato sia dai pellegrini, sia dagli abati dell’abbazia di San Colombano di Bobbio per recarsi in visita al Papa e per controllare i possedimenti del monastero, che si estendevano dall’Oltrepò pavese fino in Toscana.
La storia di Bobbio e di Coli è, in effetti, legata soprattutto alla figura del monaco irlandese Colombano che, dopo un lungo viaggio nel continente europeo, giunse a Bobbio nel 614 e vi fondò un centro monastico, destinato a divenire negli anni successivi alla sua morte il più importante polo culturale dell’ Italia settentrionale.
San Colombano non trascorse tuttavia molto tempo all’interno della sua cella monastica; era solito infatti ritirarsi in preghiera in luoghi isolati, veri e propri eremi, spesso difficili da raggiungere. Nei pressi di Coli, nella val Curiasca, a pochi km da Bobbio, il Santo aveva scelto un anfratto roccioso, chiamato poi la spelonca di San Michele o Spelonca di Coli. Secondo la leggenda devozionale, fu qui che il Santo morì, il 23 novembre 615 all’età di circa 73 anni.
Per valorizzare i siti ed i territori interessati dal viaggio che San Colombano intraprese dall’Irlanda sino all’Italia, si è recentemente costituita l’Associazione Europea del Cammino di San Colombano.
L’itinerario storico e spirituale, ancora in fase di costruzione, termina a Coli, dove il santo concluse il suo lungo pellegrinaggio.